Lavoro Domestico, un Avviso Comune per la tutela del settore. Guarini: «Necessario un intervento co …

Roma, 29 ottobre 2020 – Non trascurare il settore del Lavoro Domestico, datori e lavoratori, da eventuali ed ulteriori misure d’urgenza adottate dall’Esecutivo in materia di lavoro per contrastare la diffusione della pandemia da Covid-19.

E’ questa la richiesta condivisa dalle Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore in un Avviso Comune indirizzato al Governo ai Ministeri competenti e all’Ilo.

Le Parti Sociali sottolineano che “il momento emergenziale vissuto durante il periodo del lockdown ha messo a dura prova il settore, considerato che i lavoratori domestici e le famiglie datrici di lavoro domestico non sono stati destinatari di provvedimenti normativi con misure di sostegno al reddito o di provvedimenti di tutela delle condizioni di lavoro uguali o equivalenti agli altri settori lavorativi”.

Per i sindacati e le associazioni datoriali di settore “Questo momento storico, considerata la paura del contagio o l’eventuale possibilità di un nuovo lockdown, e comunque l’intensificarsi dell’utilizzo dello smart working, nonché il rientro dei lavoratori stranieri in Italia da Paesi considerati a rischio, qualora non accompagnato da un’attenta normativa precauzionale e preventiva ad hoc, potrebbe mettere in ginocchio un settore che oggi coinvolge oltre quattro milioni di persone tra datori e lavoratori”.

Le Parti Sociali firmatarie si dichiarano disponibili ad avviare un confronto costruttivo sul tema degli interventi d’urgenza per il lavoro domestico, ed in particolare l’estensione della CIGD, la malattia da Covid-19 a carico dello Stato, l’infortunio Covid-19, l’erogazione di DPI gratuiti nell’assistenza e nella cura alle persone, ed ogni altro intervento utile”.

Secondo i dati INPS 2019 i lavoratori domestici regolari sono 848.987, in lieve calo rispetto al 2018 (-1,8%).

Il tasso di irregolarità nel settore domestico è del 58,3% con circa un milione e 200mila lavoratori domestici irregolari in Italia. Il settore, complessivamente, produce circa l’1,1% del PIL (17,9 miliardi di euro di Valore Aggiunto).

Lo Stato, senza il sostegno delle famiglie datrici di lavoro domestico, solo per l’assistenza alla persona non autosufficiente, spenderebbe oltre 33 miliardi di euro, a fronte degli attuali 22 miliardi.

«Il settore del lavoro domestico, per la peculiare natura della prestazione prestata – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini – necessita di misure precipue e urgenti che supportino i lavoratori e i datori di lavoro, le famiglie che pagano le retribuzioni».

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