Irricevibile la proposta datoriale perché non permette un dignitoso recupero salariale
Con un contratto di lavoro scaduto da quasi 5 anni, con una inflazione che in questi ultimi 4 anni ha
falcidiato il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, con una trattativa che è andata avanti per 17 mesi nel corso della quale UNEBA ha tergiversato e preso tempo, è risultato inevitabile interrompere
le trattative e proclamare una giornata di sciopero nazionale per il prossimo 16 settembre.
IRRICEVIBILE è stata dichiarata dalle Segreterie Nazionali di FP-CGIL, CISL-FP, FISASCAT-CISL, UILFPL e UILTUCS la proposta avanzata dalla parte datoriale. Offrire 50 euro mensile, pari ad un incremento del 3,58%, in presenza di un tasso di inflazione a due cifre, che nel solo quadriennio 2020 – 2023 è stata superiore al 16% (praticamente meno di un quarto del reale potere d’acquistoperso dai lavoratori) non è rispettoso del lavoro che viene svolto quotidianamente dalle lavoratrici e dai lavoratori. È una proposta di incremento inaccettabile e vergognosa, che lede la dignità del personale!
Inoltre, è una proposta che non è assolutamente in linea con quanto ottenuto dai lavoratori con i recenti
rinnovi contrattuali da altre associazioni datoriali che operano sempre nell’ambito del terzo settore, dove
sono stati riconosciuti incrementi adeguati che hanno tenuto conto della perdita di potere d’acquisto a
causa dell’alta inflazione registrata in questi ultimi anni.
Pertanto, il 16 settembre 2024, dopo aver avviato lo stato di agitazione lo scorso 12 aprile, le lavoratrici e
i lavoratori che prestano la propria attività lavorativa nelle aziende associate ad UNEBA o che comunque
applicano il CCNL UNEBA scenderanno in piazza a manifestare per un rinnovo contrattuale che manca
da quasi cinque anni, in una giornata di sciopero, per rivendicare il loro diritto ad una retribuzione
adeguata e per dare dignità al loro lavoro, al pari degli altri lavoratori a cui è stato già rinnovato il CCNL,
perché sono lavoratori che hanno una dignità e non sono certamente da meno rispetto ai loro colleghi.
Per ribadire le legittime ragioni dello sciopero, è sufficiente ricordare che l’ultimo CCNL sottoscritto da
UNEBA fa riferimento al triennio 2017 – 2019 e sappiamo quanto abbia inciso negativamente, in questi
ultimi anni, una inflazione che ha eroso pesantemente il potere d’acquisto dei lavoratori.