Vincenzo Dell’Orefice: «Necessario invertire quella tendenza al declino che, se non opportunamente affrontata, potrebbe produrre danni molto seri. Il superamento degli attuali contratti integrativi vigenti all’interno della Cooperativa non si annuncia come un esercizio agevole. L’immane sforzo che ci attende sarà costantemente accompagnato dal confronto con le lavoratrici ed i lavoratori»
Roma, 23 novembre 2021 – Ha preso il via in modalità telematica il confronto tra i sindacati di categoria e la direzione della più grande cooperativa di consumatori in Italia sul rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale applicato agli oltre 19mila lavoratori dipendenti.
Coop Alleanza 3.0 fa parte del Sistema Coop e riunisce 94 cooperative di consumatori, di cui 7 grandi, e conta quasi 400 negozi in nove regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia e, tramite società controllate, anche in Lazio.
I Sindacati hanno illustrato ai vertici della cooperativa le previsioni della piattaforma unitaria. In premessa del documento congiunto il riferimento al ruolo della distribuzione cooperativa e alla “sua dimensione occupazionale che si afferma attraversi consistenti investimenti nei diversi canali di vendita ed il patrimoni occupazionale diretto ed indiretto”.
Il tema della stabilità occupazionale è al centro dell’azione contrattuale, insieme a quelli delle buone condizioni di lavoro e del miglioramento del reddito disponibile. Tematiche alla base dell’accordo sottoscritto nel mese di luglio del 2020 sulle linee guida da rispettare nel percorso di riorganizzazione e di rilancio dell’impresa.
Per i Sindacati inoltre l’eredità dei 8 contratti integrativi vigenti, cui vanno aggiunte varie intese stratificatesi nel corso degli anni, dovrà trovare una sintesi nel nuovo CIA. Tra le richieste di parte sindacale: la costruzione di una nuova architettura delle relazioni sindacali su informazione, confronto preventivo e contrattazione e con il rafforzamento del livello decentrato di unità produttiva; il rispetto delle norme su prevenzione, salute e sicurezza con il ruolo degli rls strutturato in modo organico; l’avvio del confronto e del monitoraggio sulle politiche di genere; in materia di formazione professionale il coinvolgimento dei rappresentanti sindacali mediante l’istituzione di una commissione paritetica bilaterale; l’avvio del confronto sul numero delle lavoratrici e dei lavoratori attivi nelle attività e nei servizi terziarizzati con la valutazione di possibili percorsi di reinternalizzazione delle attività rese da terzi.
E ancora. sul franchising i sindacati perseguono l’obiettivo di includere le lavoratrici e i lavoratori dipendenti dei franchisee nel sistema valoriale della cooperazione. sul mercato del lavoro la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato e in somministrazione e il consolidamento delle ore per le lavoratrici e i lavoratori impiegati a tempo parziale.
Al centro delle richieste di parte sindacali anche il corretto inquadramento e nuove indennità del personale del sistema di classificazione come pure il tema del lavoro domenicale e festivo, degli orari di lavoro e dei turni.
Sul lavoro agile, dando seguito all’accordo sperimentale già applicato ai circa 1.000 dipendenti amministrativi, la verifica sull’applicazione dell’intesa, sulle criticità emerse nonché sulle eventuali modifiche e integrazioni necessarie.
Non da ultimo il focus su mobilità interna, missioni e trasferimenti, come anche sul salario variabile in grado di valorizzare economicamente l’apporto professionale dei lavoratori. Infine sul welfare la condivisione di un piano di welfare integrativo anche nel perimetro del salario variabile.
Per il segretario generale aggiunto della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «è necessario invertire quella tendenza al declino che, se non opportunamente affrontata, potrebbe produrre danni molto seri». «È indubbio – ha sottolineato il sindacalista – che il superamento degli attuali contratti integrativi vigenti all’interno della Cooperativa non si annuncia come un esercizio agevole. L’immane sforzo che ci attende non deve scoraggiarci, in quanto sarà costantemente accompagnato dal confronto con le lavoratrici ed i lavoratori».
«Il nostro auspicio – ha chiosato il sindacalista – è che, in occasione del prosieguo del confronto negoziale, possano anche essere fornite informazioni di dettaglio circa l’attuazione delle ulteriori misure previste dall’Accordo Quadro siglato a luglio dove vi è anche una menzione relativa a 500 milioni di euro di investimenti, che la Cooperativa dovrebbe realizzare nell’arco temporale di realizzazione del piano, ovverosia nel periodo 2019/2023, nonché il richiamo al fatto che, entro la fine del piano, le nuove aperture di pdv dovrebbero “indicativamente” essere ben quaranta».