Terziario, Distribuzione e Servizi Confcommercio, proseguono le trattative sul rinnovo del Contratto …

Le perplessità della Fisascat Cisl sul prolungamento della fase interlocutoria che non dà risposte concrete alle lavoratrici ed ai lavoratori in un passaggio congiunturale reso più critico dalla ripresa inflazionistica

Roma, 18 maggio 2022 – Sono proseguite con la Confcommercio le trattative sul rinnovo del contratto nazionale del terziario, distribuzione e servizi scaduto nel 2019 e applicato alla più vasta platea di lavoratori del settore privato in Italia con oltre tre milioni di addetti impiegati nelle attività commerciali e nelle imprese di servizi.
Sul tavolo i temi della classificazione del personale, mercato del lavoro, organizzazione del lavoro, bilateralità e parte economica. In tema di classificazione Confcommercio ha manifestato la propria disponibilità a procedere ad un’attività condivisa di attualizzazione e semplificazione degli inquadramenti, soprattutto andando ad eliminare talune figure professionali “desuete” dalle esemplificazioni. Peraltro, sempre rispetto all’intervento da operarsi sulla classificazione del personale, l’associazione imprenditoriale ha esternato la volontà di prevedere l’implementazione delle declaratorie in direzione di ottici, professionalità dell’Ict e, più in generale, del variegato mondo dei servizi.

 La Fisascat Cisl, presente al tavolo con il segretario generale aggiunto Vincenzo Dell’Oreficce, si è dichiarata disponibile a proseguire il confronto su tale argomento nel gruppo di lavoro ad hoc che Confcommercio ha proposto di insediare per passare ad una valutazione più di merito delle opzioni concretamente realizzabili. Sul mercato del lavoro, senza fornire dettagli, i rappresentanti di Confcommercio hanno richiesto di intervenire sugli istituti del contratto a termine e del part-time. Più nello specifico, sul contratto a termine, discostandosi dall’ipotesi prevista dall’art. 75 del Ccnl relativo al contratto a termine per attività stagionali, l’associazione imprenditoriale intenderebbe introdurre per via contrattuale delle deroghe ai limiti di utilizzo del personale a tempo determinato per le intensificazioni di attività. Mentre, relativamente al part-time, di fatto, la proposta di parte datoriale è di rendere possibile l’accantonamento in banca delle ore del lavoro supplementare.

La Fisascat Cisl, in ordine ai due interventi caldeggiati da parte datoriale, pur dichiarandosi disponibile a proseguire il confronto, ha auspicato che le parti negoziali non scartino la possibilità di demandare alla contrattazione integrativa la trattazione di temi di tale natura.

L’organizzazione del lavoro per Confcommercio presenta un problema relativamente al regime della trasferta, ma di che natura sia tale problema non è stato specificato. La Fisascat Cisl, pertanto, vista la situazione, si è riservata di esprimere valutazioni di merito solo quando avrà a disposizione elementi più dettagliati. Sullo smart-working la Fisascat Cisl sostiene che, coerentemente al Protocollo sottoscritto dalle parti economico-sociali il 7 dicembre 2021, siano diversi i temi sui quali la contrattazione collettiva possa esercitare un sano protagonismo per rendere migliore tale particolare modalità lavorativa.

Sulla bilateralità di settore, nel replicare a Confcommercio che ritiene necessario intervenire per stabilire dei livelli essenziali di prestazione validi per tutta Italia, aggiornare il nomenclatore dei servizi garantiti e procedere ad una revisione del contributo da corrispondere all’EB, la Fisascat Cisl ha fatto presente che nella piattaforma unitaria che ha dato avvio al confronto negoziale la proposta avanzata dalle organizzazioni sindacali, è quella di intestare alla bilateralità compiti ambiziosi e utili a far apprezzare sempre di più il ruolo che questa può giocare (tra le altre cose, infatti, nel documento citato vi è la richiesta di investire gli EE.BB. del compito di riconoscere risorse per agevolare intese sia sullo smart-working che sulla cosiddetta staffetta generazionale con riferimento all’invecchiamento attivo della popolazione).

Il salario, fra tutti, è stato il tema sul quale Confcommercio si è limitata unicamente a richiamare il fatto che, per stabilirne gli incrementi, dovranno essere osservate le regole previste dall’accordo interconfederale del 2016 sul modello contrattuale.

La Fisascat Cisl ha dichiarato che il riferimento interconfederale citato, oltre a indicare delle regole generali da adottarsi per stabilire gli incrementi salariali, prevede anche che i contratti dovrebbero avere una durata di 4 anni e non trascinarsi non rinnovati per quasi tre anni; alla luce di quest’ultima e banale considerazione, appare pertanto utile avere un approccio pragmatico e teso ad addivenire ad un’intesa sostenibile e in grado di dare risposte alle lavoratrici ed ai lavoratori a cui il Ccnl viene applicato (anche da un punto di vista economico), senza assumere posizioni formalistiche che poco agevolano un percorso già di suo complicato.

Tuttavia sul salario, coerentemente a quanto già condiviso in occasione della pregressa e criticissima fase dei rinnovi avutasi nel comparto, la Fisascat Cisl non disconosce l’opportunità di avere un confronto anche sulle cosiddette “condizioni di concorrenza”, al precipuo fine di consentire, sia pure per mezzo di diversi Ccnl, un’omogenea applicazione di istituti comuni alle lavoratrici ed ai lavoratori del comparto, senza che si creino condizioni di concorrenza sleale fra datori di lavoro a discapito dei loro dipendenti.

La federazione cislina ha infine espresso preoccupazione per il fatto che la trattativa sia ancora lungi dall’approdare a forme più fattive di confronto ed è estremamente preoccupata per l’ampliarsi di una fase interlocutoria che non dà risposte concrete alle lavoratrici ed ai lavoratori in un passaggio congiunturale reso più critico per i loro redditi dalla ripresa inflazionistica.

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