Conad/Auchan, nessun impegno di Margherita Distribuzione SpA sulla ricollocazione dei lavoratori. Fisascat Cisl Bari, Filcams Cigl Bari e UILTuCS Bari confermano, per lunedì 23 dicembre, una nuova giornata di sciopero unitario. Lunedì 23 dicembre dalle ore 4 alle ore 13:00, sciopero dei lavoratori nei punti vendita di Casamassima e Modugno.
Non ha registrato, infatti, avanzamenti significativi il confronto sulla vertenza dei 13.291 lavoratori ex Gruppo Auchan, tenutosi fra i sindacati di categoria e l’azienda, in presenza anche dei rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico. La direzione aziendale non è stata in grado di declinare in maniera chiara il piano dell’impegno richiesto dai sindacati al sistema Conad per affrontare l’esubero occupazionale derivante dalla progressiva dismissione della rete commerciale ex Auchan.
Alla vaghe asserzioni di Margherita Distribuzione SpA, i rappresentati sindacali hanno ribadito punti e richieste fondamentali:
- un dettaglio sulla riorganizzazione degli ipermercati, sul modello organizzativo e sulle ripercussioni occupazionali su ogni territorio, escludendo che i passaggi di ramo d’azienda isolino una parte dei lavoratori destinandoli al licenziamento;
- un piano di riorganizzazione di sedi e logistica, che specifichi i tempi di attuazione e le possibilità di ricollocazione, le possibili sinergie con le sedi e la logistica di Conad; contezza dei ruoli nei quali Conad ha ricollocato unilateralmente parte dei lavoratori, discriminandone altri;
- chiarimenti sul resto della rete vendita che non sarà oggetto di passaggio a Conad, respingendo l’assurda richiesta di intervenire sul costo del lavoro su una platea di addetti che ad oggi non sa neanche se lavorerà;
- il numero delle lavoratrici e lavoratori presenti nei vari appalti e per quanti di loro la possibilità di continuare a lavorare;
- un accordo quadro che verifichi l’andamento occupazionale e le condizioni di lavoro dei punti vendita che passano a Conad, perché l’impresa dichiara che lì ci sono in sospeso altri 2500 esuberi.
Unitariamente, da parte dei sindacati di categoria, il rifiuto di parlare in modo generico di migliaia di esuberi senza entrare nel dettaglio di dove siano e per quali motivi, perché i lavoratori sono persone e non costi e necessitano di risposte urgenti.