Guarini: «I Ccnl possono rappresentare patti per innovazione, produttività e occupazione. La contrattazione torni al centro delle relazioni industriali»
Roma, 22 luglio 2020 – La pandemia da Covid-19 continuerà a produrre effetti distorsivi sull’attività economica e sul commercio globale e sul Pil dei singoli Stati del mondo; le misure di contenimento adottate dai diversi Governi, necessarie per contrastare la diffusione del contagio, hanno provocato una significativa flessione degli scambi internazionali e delle attività, hanno ridotto sensibilmente i livelli occupazionali e i redditi da lavoro con l’inevitabile calo dei consumi delle famiglie.
E’ questo il contesto analizzato dal Comitato Esecutivo della Fisascat Cisl, in assise in modalità telematiche per gli adempimenti Statutari e per esaminare lo scenario contrattuale di riferimento nel terziario, turismo e servizi, dove circa 5 milioni di lavoratrici e lavoratori sono in attesa del rinnovo.
L’organo esecutivo della federazione cislina, dopo un dibattito ampiamente partecipato, ha approvato all’unanimità le proposte tematiche, illustrate dalla segreteria nazionale, finalizzate alla definizione delle piattaforme unitarie per i nuovi contratti nazionali di lavoro applicati ai circa 2milioni e 400mila addetti del terziario distribuzione e servizi, della distribuzione moderna organizzata e della distribuzione cooperativa, primo banco di prova nella tornata delle trattative di rinnovo che vedrà impegnata la categoria nei prossimi mesi.
Se la prevenzione dei rischi, della salute e della sicurezza in ambito lavorativo rappresenta la priorità nella fase della ripartenza e della ripresa, per la Fisascat Cisl, è altrettanto dirimente focalizzare il confronto sui rinnovi contrattuali anche su altre aree di intervento finalizzate a rispondere alle sfide che lavoratori ed imprese dovranno affrontare nel medio periodo, ossia sulla formazione continua per riqualificare l’occupazione, su nuovi diritti e tutele attivabili in caso di bisogno come anche sui radicali processi di riorganizzazione delle grandi superfici di vendita nell’ambito della grande distribuzione organizzata.
Dunque relazioni industriali e partecipazione, rappresentanza e rappresentatività, formazione e nuove competenze, mercato e organizzazione del lavoro, diritti e tutele, prevenzione, salute e sicurezza, ambiente e dignità della persona, welfare contrattuale e salario sono i temi che la Fisascat Cisl intende portare al confronto con le altre organizzazioni sindacali da inserire nelle piattaforme unitarie da presentare alle associazioni imprenditoriali di settore.
Il dibattito interno della categoria cislina ha affrontato anche il tema del lavoro domenicale e festivo, strettamente connesso alla disciplina degli orari degli esercizi commerciali, questione che torna ciclicamente alla ribalta alla luce della posizione strumentale assunta dalla politica in occasione dei passaggi elettorali succeduti nel tempo.
Il Comitato Esecutivo Fisascat Cisl, nel ribadire i contenuti unitari condivisi e presentati dai sindacati in occasione della audizione informale della Camera presso la X Commissione Attività Produttive Commercio e Turismo, rilancia sull’obbligo di chiusura degli esercizi commerciali nelle 12 festività nazionali a carattere civile e religioso senza possibilità di deroga (1° gennaio, 6 gennaio, Pasqua e Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre) e sull’opportunità di consentire un numero massimo stabilito dalla norma a livello nazionale per 12 aperture domenicali in un anno legale, stabilite dalle Regioni entro il mese di giugno dell’anno precedente con apposito Decreto da emanare di intesa con gli Enti Locali e con una procedura di consultazione con le associazioni di impresa e le organizzazioni sindacali comparativamente maggiormente rappresentative.
«I contratti nazionali, in uno scenario contraddistinto dal perdurare della crisi economica e dall’incertezza sulle ripercussioni della pandemia da Covid-19 – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini nel corso del Comitato Esecutivo – se ulteriormente qualificati e arricchiti da istituti al passo con i tempi, possono rappresentare dei veri e propri patti per l’innovazione, la produttività e l’occupazione, contribuendo al consolidamento delle imprese, al mantenimento dei posti di lavoro e alla crescita occupazionale».
«Fondamentali nel percorso di trasformazione culturale e di ripensamento della logica produttiva saranno la contrattazione, la bilateralità e la formazione» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «la contrattazione va rimessa al centro delle relazioni industriali affinchè si possa definire un nuovo modello di organizzazione del lavoro e di rimodulazione del sistema delle qualifiche che contempli l’adozione diffusa del lavoro agile e il ricorso alla staffetta generazionale».
Per Guarini anche «il tema del lavoro domenicale e festivo del personale dipendente da imprese distributive necessita di una assunzione di responsabilità collettiva nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che, con abnegazione ed a costo di grandi sacrifici in termini di vita relazionale, prestano la propria attività».
Il sindacalista ha evidenziato che «l’eventuale riduzione del numero di aperture commerciali non deve costituire di per sé motivo di licenziamento in tutti i casi» e che «la proposta Fisascat contempla anche lo stanziamento di risorse per la realizzazione di piani aziendali di riconversione degli orari individuali di lavoro per i lavoratori che hanno la prestazione ordinaria nelle giornate domenicali».