Il rinnovo del contratto del commercio entro l’autunno. Forse anche per scongiurare il braccio di ferro del dicembre 2018. E’ questo almeno l’auspicio di imprese e sindacati. Intanto procedono i negoziati nelle commissioni tematiche sia per il rinnovo del contratto nazionale del terziario distribuzione e servizi Confcommercio, scaduto nel 2019, sia quelli con Federdistribuzione per le grandi catene retail. I contratti nazionali si applicano a 3,5 milioni di lavoratori del commercio, una delle platee più vaste che vanno dagli addetti alle vendite, ai magazzinieri, dai lavoratori dell’e-commerce a quelli dei servizi. L’ultimo contratto siglato da Confcommercio e Fisascat-Filcams-Uiltucs è scaduto alla fine del 2019. A Confcommercio aderiscono per i retailer, Conad e corposi pezzi della distribuzione organizzata. Mentre a Federdistribuzione, uscita da Confcommercio nel 2011, aderiscono le più grandi catene commerciali food e non food, comprese le cooperative Bricoio e Master Coop Alleanza 3.0. Federdistribuzione ha firmato il primo contratto nazionale per la distribuzione moderna nel dicembre 2018.
Colpo d’acceleratore
Per Fisascat Cisl è necessario imprimere una accelerazione alle trattative. «Il tempo perso è significativo – sottolinea il segretario generale aggiunto Fisascat Vincenzo Dell’Orefice -. Abbiamo a che fare con controparti diverse, spesso anche gelose della loro distintività, ma accomunate da un unico disegno strategico: non rinnovare il contratto. Occorre raggiungere un accordo in tempi brevi per aggiornare i trattamenti retributivi dei lavoratori il cui contratto nazionale è scaduto da più di due anni e mezzo. Il resto dei temi, dalla revisione della sfera applicativa, alla riforma del sistema di classificazione, dall’aggiornamento dell’articolato in tema di mercato del lavoro al governo della flessibilità contrattata sono quelli sui quali, pur rimanendo delle distanze, le posizioni possono avvicinarsi”.
Donatella Prampolini Manzini, vicepresidente di Confcommercio con delega al lavoro nonché ad di D.It, premette che “entro giugno ci incontreremo con i sindacati per fare il punto della situazione sul lavoro svolto dalle commissioni tematiche. Credo anch’io che su alcuni capitoli ci sia convergenza, come sulle classificazioni, ma avviso che sul tema salariale ci sarà una grande discussione: le imprese sono prese nella morsa degli aumenti dell’energia, da una parte, e del calo dei consumi, dall’altra. I margini di manovra sono ridotti e serve grande senso di responsabilità”. L’8 giugno si avrà un quadro preciso della situazione con l’assemblea generale di Confcommercio.