Turismo, nel 2020 crollo presenze e fatturati. Persi 110mila posti di lavoro stagionali e temporanei

Guarini: «Urgente prorogare cassa integrazione e prevedere sgravi contributivi e fiscali e  credito di imposta per le imprese ricettive che hanno scommesso su riapertura e che richiamano in servizio personale»

Roma, 9 luglio 2020 – Turismo, presenze in calo dell’80,6% a giugno per gli alberghi italiani. Rispetto allo stesso mese del 2019, i flussi dall’estero sono ancora paralizzati (-93,2%), anche per effetto del blocco di alcuni mercati strategici, tra i quali Usa, Russia, Cina, Australia e Brasile. e anche il mercato domestico è ben oltre la soglia di allarme (-67,2%).

Sono i dati diffusi dall’osservatorio Federalberghi, che monitora mensilmente un campione di circa 2.000 strutture. Anche le previsioni per il mese di luglio non sono tranquillizzanti: l’83,4% delle strutture intervistate prevede che il fatturato sarà più che dimezzato rispetto allo stesso mese 2019. Nel 62,7% dei casi, il crollo sarà devastante, superiore al 70%: nel 2020 si registrerà la perdita di oltre 295 milioni di presenze (-68,7% rispetto al 2018), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari a quasi 16,3 miliardi di euro (-69,0%).

Per gli italiani, il ritorno alla normalità prosegue al rallentatore, per varie ragioni: molti hanno consumato le ferie durante il periodo di lockdown, tanti hanno visto il proprio reddito ridotto a causa della cassa integrazione o della contrazione dei consumi e dal blocco delle attività, tanti altri – pur disponendo di reddito e tempo – rinunciano a partire per recuperare parte del tempo perduto. Incidono anche la riduzione della capacità dei mezzi di trasporto, la cancellazione degli eventi e i timori di varia natura che comprensibilmente animano le persone.

Drammatiche anche le ripercussioni sul mercato del lavoro: a giugno sono andati persi 110 mila posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura (-58,4%). E per i mesi estivi sono a rischio 140 mila posti di lavoro temporanei.

«Il turismo è uno dei settori che ha ricevuto il colpo più duro dalla pandemia e, soprattutto, è uno dei comparti che ritornerà più lentamente alla normalità» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini.

Per il sindacalista «è evidente che l’assistenzialismo non è sufficiente, sono urgenti investimenti pubblici e privati per accompagnare lo sviluppo turistico del Paese e la riqualificazione delle infrastrutture nella fase post pandemica e nei prossimi anni, preservando l’occupazione di un comparto così strategico per la nostra economia e che oggi perde oltre 110mila posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura».

«Le stime diffuse questa mattina dall’Osservatorio Federalberghi accendono i riflettori sullo stato di salute di un settore che necessita di una visione organica e di interventi collegati a precisi progetti di sviluppo che assicurino la tenuta complessiva di un settore destinato alla ripresa» ha aggiunto Guarini sottolineando che «è urgente prorogare la cassa integrazione introdotta dal Dl Cura Italia e dal Dl Rilancio, che molti lavoratori hanno già terminato, e prevedere sgravi contributivi e fiscali e credito di imposta per le imprese ricettive e turistiche che hanno scommesso sulla riapertura e che richiamano in servizio il personale anche investendo in digitalizzazione».

Per Guarini «nell’ambito di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, è urgente anche rafforzare l’intervento nel sostegno al reddito in un settore labour intensive dove la stagionalità è una caratteristica strutturale del comparto da salvaguardare anche prevedendo politiche attive di formazione e riqualificazione ad hoc per un settore che vale il 13% del Pil e occupa oltre 3 milioni e mezzo di addetti».

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