Terme, il settore sconta ancora gli effetti della crisi pandemica. Prorogata al 30 giugno 2022 la va …

Secondo il gruppo di esperti di Vision Research Reports, entro il 2028 si registrerà il consolidamento dei flussi del wellness tourism e il fatturato globale del comparto crescerà del 60%, passando dai 684 miliardi di dollari del 2020 ai 1.100 miliardi di dollari

Roma, 2 febbraio 2022 – Prorogata al 30 giugno 2022 la validità del Contratto Nazionale applicato ai 15mila dipendenti delle aziende termali, prevalentemente stagionali, occupati negli oltre 320 stabilimenti termali italiani.

Le Parti Sociali, i sindacati di categoria Fisascat Cisl e Uiltucs, e l’associazione datoriale di settore Federterme, hanno siglato un verbale di accordo sull’efficacia della contrattazione di settore rinnovata nel 2018.

“Il grave stato di crisi conseguente alla perdurante pandemia da Covid-19, che ha coinvolto il maniera significativa anche il settore termale – recita l’intesa – fa sì che non sussistano, al momento, le condizioni minime per un proficuo avvio del confronto per il Rinnovo del Contratto, rendendo evidenze la necessità di disporre di un ulteriore lasso di tempo per valutare appieno l’andamento dell’attuale situazione di emergenza sanitaria e delle sue conseguenze sull’andamento del settore”.

Il comparto termale ancora sconta gli effetti della crisi pandemica. Nei mesi scorsi l’Ente Bilaterale settoriale Ebiterme costituito pariteticamente dalle Parti Sociali, nel terzo progetto integrato di ricerca, ha analizzato l’impatto della pandemia con l’obiettivo di individuare e proporre soluzioni volte a definire proposte concrete per un maggiore sviluppo del turismo del benessere e sanitario. Secondo la ricerca l’emergenza sanitaria ha bloccato tutto il settore provocando la sostanziale paralisi delle attività.

Nel 2020 gli incassi totali del settore termale si sono assottigliati del 63%, con un -60% di ricavi provenienti dal flusso delle cure termali convenzionate e un -64% i ricavi degli altri servizi erogati dagli stabilimenti (alloggio, ristorazione, medicina estetica, ecc.). Dati in controtendenza rispetto l’andamento 2014-2019: nel quinquennio prepandemico infatto il numero dei viaggi effettuati con l’intento di mantenere o potenziare il benessere personale ha registrato, a livello mondiale, una crescita esponenziale con un tasso medio annuo di crescita raddoppiato rispetto a quello del settore turistico nel suo complesso.

Secondo le previsioni di vari centri di ricerca, quando sarà superata l’emergenza sanitaria e verrà ripristinato il clima di fiducia sui mercati, il wellness tourism riprenderà a correre a ritmo sostenuto, grazie al crescente contributo dell’economie emergenti e, più in generale, alla maggiore propensione dei consumatori a spendere di più per la salute e il benessere. In particolare, secondo il gruppo di esperti di Vision Research Reports, il fatturato globale del settore lieviterà nel periodo 2020- 2028 di oltre il 60%, passando dai 684 miliardi di dollari del 2020 ai 1.100 miliardi di dollari del 2028 e si prospettano anche per il mercato Europeo e di conseguenza l’Italia ci saranno opportunità interessanti di guadagno.

Tra i diversi elementi che fanno supporre che nel prossimo futuro vi sarà nel prossimo futuro un ulteriore consolidamento dei flussi del wellness tourism non è solo quello che riguarda la ricerca di cure e riabilitazione ma anche il fatto che nell’economie emergenti si sta registrando un vero e proprio “boom” dei viaggi motivati dal desiderio di migliorare il benessere psicofisico sostenuta dal rafforzamento della classe media e dalla diffusione degli stili di vita occidentali.

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