Congiuntura italiana. La Fisascat Cisl a confronto sullo scenario economico e sociale. Circa 4milion …


Guarini «in questa fase blindare le previsioni della contrattazione ed arginare il crescente fenomeno del dumping»

Roma, 30 settembre 2020- Commercio, turismo e servizi si confermano in Italia tra i settori più colpiti dalla crisi emergenziale e dalle misure messe in campo dal Governo per contrastare la diffusione della pandemia da Covid-19.

La congiuntura italiana riflette lo scenario economico globale, segnato, negli ultimi mesi, dalla flessione dei mercati e del commercio internazionale, diminuito nel secondo trimestre dell’anno, del 12,5% seppure con un rimbalzo nel mese di giugno del 7,6%. I dati di scenario sono stati analizzati dal Consiglio Generale della Fisascat Cisl, riunitosi a Roma per gli adempimenti statutari.

L’assise in particolare ha preso in esame le stime sul mercato del lavoro italiano, con la perdita di circa mezzo milione di addetti prevalentemente concentrata nei diversi settori del terziario privato, non solo per effetto del forte calo delle presenze turistiche straniere ma anche riconducibili al calo fisiologico dei consumi dettato dalla propensione al risparmio messa in atto dalle famiglie per fare fronte alle difficoltà dell’attuale momento storico, con l’inevitabile impatto sulle imprese del retail del commercio e dei servizi che scontano anche il crescente ricorso agli acquisti on line.

Il dibattito ampiamente partecipato ha messo in luce tutte le criticità e le difficoltà vissute dalle lavoratrici e dai lavoratori in piena emergenza pandemica ma anche il prezioso ruolo di supporto e assistenza svolto dalle federazioni territoriali nell’accesso agli ammortizzatori sociali Covid-19 . Lo scenario contrattuale di riferimento è stato analizzato nel dettaglio dall’intervento introduttivo ai lavori dal segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini.

A fronte del recente rinnovo del contratto nazionale applicato ai circa 860mila lavoratori regolari del lavoro domestico, ad oggi sono circa 4 milioni i lavoratori del commercio, turismo e servizi in attesa del rinnovo contrattuale e per i quali la Fisascat Cisl si dichiara «pronta alla definizione delle piattaforme unitarie».

Primo banco di prova nella tornata delle trattive che vedranno impegnata la federazione nei prossimi mesi la definizione delle proposte unitarie da portare al confronto per i nuovi contratti applicati a circa 2milioni e 400mila lavoratori del terziario distribuzione e servizi, della distribuzione moderna organizzata e della distribuzione cooperativa.

Nel mese di luglio la federazione aveva approvato le proposte tematiche da portare al confronto unitario: formazione continua per riqualificare l’occupazione; nuovi diritti e nuove tutele attivabili in caso di bisogno come anche nei radicali processi di riorganizzazione delle grandi superfici di vendita nell’ambito della grande distribuzione organizzata ma anche salute e sicurezza, relazioni industriali e partecipazione, rappresentanza e rappresentatività e lavoro agile.

«In questa fase di profonda transizione e accelerazione dei processi in atto tra cui la digitalizzazione e la riconversione format distributivi e canali di vendita di beni e servizi – ha sottolineato Guarini – è anche essenziale definire un nuovo modello contrattuale confermando la validità del livello nazionale e rafforzando il livello decentrato, ampliando gli interventi di welfare e la rappresentanza sindacale, potenziando l’intervento della bilateralità settoriale sulla scorta dell’esperienza maturata in piena emergenza pandemica, nel sostegno al reddito ad esempio, anche prevedendo la costituzione dei Fondi di Solidarietà bilaterali e nella certificazione delle competenze e dei contratti di lavoro».

«Oggi più che mai – ha chiosato il sindacalista – occorre blindare le previsioni della contrattazione ed arginare il crescente fenomeno del dumping contrattuale che in futuro non si giocherà esclusivamente sulla partita economica ma sulla capacità della stessa contrattazione di garantire nuovi diritti e nuove tutele e l’occupabilità dei milioni di lavoratrici e lavoratori a cui si applicano i contratti che sottoscriviamo e che ci onoriamo di rappresentare».

Ma non solo. Per la federazione cislina per favorire la ripresa occorre avviare una stagione di riforme strutturali. «A cominciare dalla riforma fiscale e dalla riforma degli ammortizzatori sociali» ha rimarcato Guarini sottolineando che «entrambe i percorsi dovranno prevedere il coinvolgimento diretto dei Sindacati confederali». Il sindacalista ha evidenziato che «sulle prospettiva di crescita gravano ancora importanti rischi che richiedono chiarezza sull’orientamento delle politiche anche nel medio periodo» e che «sono necessari interventi di natura strutturale volti a sostenere la ripresa dell’economia e la solidità delle imprese con prospettive di sviluppo».

Per Guarini «resta essenziale il supporto delle politiche di bilancio, a livello sia nazionale sia europeo» ed «orientare le risorse del Recovery Fund e del programma Next Generation EU a potenziare l’innalzamento del potenziale di crescita, garantendo l’equità e la sostenibilità, non solo finanziaria, dello sviluppo economico».

«Si può e si deve contribuire – ha concluso il sindacalista – cambiare l’ambiente economico e sociale, favorire la nascita e la crescita di imprese che aiutino a rispondere in modo efficace alle nuove sfide prodotte dalle modifiche delle abitudini di consumo, di interazione sociale, di riorganizzazione dell’attività produttiva».

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