Turismo ricettivo alberghiero, riprendono i negoziati per il rinnovo del Contratto nazionale Federal …

Roma, 15 marzo 2022 – Dopo uno stallo di due anni sono riprese con le associazioni imprenditoriali Federalbeghi e Faita, aderenti alla Confcommercio, le trattative di rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2018, in ultravigenza, applicato ai circa 375mila addetti, compresi i lavoratori stagionali, del comparto turistico ricettivo alberghiero, nei villaggi vacanza e nei camping.

Il sistema ricettivo italiano produce ogni anno un valore aggiunto di oltre 27 miliardi di euro. Alberghi e campeggi ne costituiscono la colonna portante, esprimendo il 69,2% della capacità ricettiva (3,6 milioni di posti letto su un totale di 5,2), in cui vengono ospitati ogni anno circa 350 milioni di pernottamenti (l’80% su un totale di 436,7 milioni). Le presenze totali nel 2020, stima l’Ufficio Studi Federalberghi, sono state 228 milioni in meno (-52,3%) rispetto a quelle del 2019. Nel 2021 il calo è stato di 156 milioni di pernottamenti (-35,8%), di cui 118 milioni relativi ai turisti stranieri. La tendenza negativa trova purtroppo conferma anche nel primo bimestre del 2022, con una diminuzione del 33,7% delle presenze turistiche rispetto al 2019.

Il blocco dei flussi turistici a seguito della pandemia da Covid-19 ha pesantemente colpito il settore ricettivo con inevitabili conseguente sul mercato del lavoro di riferimento; dall’inizio della pandemia l’Inps ha autorizzato oltre un miliardo di ore di cassa integrazione solo per alberghi e ristoranti, con una media di 49 milioni di ore al mese.

A soffrire di più sono state le categorie più svantaggiate di lavoratori: giovani (-45% degli under 20) e stranieri (-38,1%). Gli uomini hanno subito la perdita maggiore, quasi il 35%.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno ripreso le fila della piattaforma unitaria, formalizzata nel 2020, prima dello scoppio della pandemia da Covid-19.

Nelle premesse della proposta unitaria le tre sigle esortano i rappresentanti imprenditoriali a rafforzare le linee guida sulle problematiche di interesse comune, a cominciare dalla tutela del lavoro stagionale fino alla sfida della digitalizzazione, senza dimenticare l’urgenza di contrastare le forme irregolari di ospitalità, in crescita esponenziale e incontrollata.

Nel documento congiunto i sindacati sollecitano l’incremento delle retribuzioni con un sensibile miglioramento del potere di acquisto dei salari oltre al potenziamento del sistema di relazioni sindacali esistenti ai livelli nazionale e decentrato finalizzando il confronto alla difesa della buona occupazione e alla redistribuzione dei risultati economici in un’ottica di maggiore partecipazione dei lavoratori.

Nella piattaforma anche l’espresso richiamo, in tema di bilateralità e welfare contrattuale, sulla necessità di rivisitare l’attuale sistema di sostegno al reddito – anche considerate le evoluzioni normative sugli ammortizzatori sociali – come pure sul rafforzamento del confronto negoziale di 2° livello prevedendo un aggiornamento dell’elemento economico di garanzia.

Tra gli altri capitoli del documento unitario quello riferito agli appalti ed esternalizzazioni, sempre più frequenti nel comparto, prevedendo maggiori tutele per i lavoratori coinvolti dalle procedure di subentro, la piena salvaguardia dell’occupazione e l’integrale applicazione delle previsioni contrattuali anche per i nuovi assunti presso l’appalto. In primo piano anche il tema della salute e della sicurezza con la espressa richiesta di parte sindacale di integrare la normativa esistente con specifiche tutele e regole di prevenzione derivanti dal disagio lavorativo.

Prioritaria per i sindacati anche la tutela della professionalità, con un adeguato investimento su formazione e aggiornamento professionale, come anche la previsione di nuovi diritti individuali su conciliazione vita lavoro, maternità e lavoro di cura, assistenza figli con problemi di apprendimento e inserimento scolastico.

«Siamo consapevoli della crisi che investe il settore, crisi che i lavoratori e le lavoratrici pagano il doppio, con una perdita complessiva di 40milioni di euro di retribuzioni, situazione che si ripercuote anche sui consumi» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Diego Lorenzi al tavolo di trattativa sottolineando «il ruolo fondamentale della contrattazione di settore e di relazioni sindacali costruttive che tanto hanno prodotto durante la fase più acuta della pandemia, definendo l’apporto straordinario della bilateralità contrattuale».

«E’ necessario rinnovare il Contratto nazionale e definire norme in grado di preservare la professionalità esistente nel comparto, attraverso percorsi di formazione dedicati, senza tralasciare il tema del lavoro nei sistemi di appalto, da tutelare in maniera crescente» ha aggiunto il sindacalista stigmatizzando «i licenziamenti in atto che affossano il settore».

«Certamente è necessario che la politica sostenga il settore, che vale il 13% del Pil, fondamentale per l’economia del nostro Paese, e preservi la tenuta delle imprese anche per non rischiare di perdere l’attrattività in termini occupazionali» ha concluso il sindacalista.

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