Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro.

Da gennaio a marzo 2023 diminuiscono del 25,5% le denunce di infortunio, in aumento gli incidenti mortali al +25,5% nella Gestione Industria e Servizi. Ad aumentare anche le malattie professionali

Guarini: «Prevenzione e contrasto agli infortuni sul lavoro passano anche dalla contrattazione. Serve essere più incisivi anche nei rinnovi contrattuali, inserendo regole che impegnino maggiormente ad investire sulla tematica per rendere i luoghi di lavoro più salubri e sicuri anche attraverso un’ulteriore formazione oltre a quella già prevista obbligatoria»

Roma, 28 aprile 2023 – Oggi compie vent’anni la Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro. Istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del lavoro come momento di riflessione e confronto sui temi legati alla cultura della prevenzione nei contesti professionali, la ricorrenza si celebra ogni anno, il 28 aprile, per ricordare la data della promulgazione della Convenzione sulla sicurezza e la salute dei lavoratori adottata nel 1981 dall’Ilo.

E intanto in Italia la strage continua e l’emergenza si aggrava. I dati del primo trimestre 2023 divulgati oggi dall’Inail confermano il trend in crescita degli incidenti sul lavoro con esito mortale, al +3,7%, con 196 decessi; l’aumento ha riguardato solo l’Industria e Servizi (da 160 a 168 denunce), mentre il Conto Stato (da 9 a 8) è in diminuzione e l’Agricoltura registra 20 decessi come nel primo trimestre 2022. Diminuiscono invece gli infortuni, anche per effetto del calo delle denunce da contagio da Covid. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto entro il mese di marzo 2023 sono state 144.586 (-25,5% rispetto allo stesso periodo del 2022); i decrementi si osservano in alcuni settori produttivi come la sanità e assistenza sociale (-76,9%), che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – asl, amministratori regionali, provinciali e comunali (-68,6%) – e il trasporto e magazzinaggio (-58,6%). Le costruzioni (+6,2%) e il comparto manifatturiero (+6,0%) mostrano invece degli incrementi. Si registra poi un aumento delle patologie di origine professionale denunciate, che sono state 18.164, al +25,1%, percentuale che raggiunge quota 25,5% nella gestione Industria e Servizi (da 11.963 a 15.009 casi).

Per Cgil Cisl Uil “numeri da allarme ed inaccettabili per un paese civile e industriale avanzato come il nostro”. Un tema, quello della salute e sicurezza, attenzionato da sempre dalle tre confederazioni che, nel corso degli anni, hanno presentato ai Governi che si sono succeduti le piattaforme unitarie, chiedendo un confronto diretto e l’emanazione di provvedimenti conseguenti.

“Uscire dall’Emergenza è possibile” lo slogan scelto quest’anno dalle tre confederazioni in occasione della Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, con un manifesto che contiene, allo stesso tempo, un messaggio di speranza e un preciso impegno: per l’integrità psicofisica di ogni lavoratrice e lavoratore, per sistemi produttivi che non mettano a repentaglio la vita e che siano rispettosi dell’ambiente e di tutti i cittadini e le cittadine, in un quadro che ancora oggi registra quotidianamente incidenti sul lavoro gravissimi ed inaccettabili.

Cgil Cisl Uil, in un appello rivolto alle forze politiche in occasione della settimana di mobilitazione sindacale dal 17 al 21 ottobre dello scorso anno, culminata il 22 ottobre a Roma con una manifestazione unitaria a Piazza Santi Apostoli, avevano sollecitato un maggiore impegno per fermare la strage, da concretizzarsi con azioni mirate e tempestive. A cominciare dai finanziamenti alle imprese connessi all’attuazione del Pnrr, da condizionare ad investimenti in salute e sicurezza sul lavoro e al rispetto dei criteri di qualificazione e delle previsioni della contrattazione nazionale stipulata dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative, con l’introduzione di un’azione ispettiva sulla concreta applicazione della contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa a tutti i livelli: nazionale, territoriale e aziendale. E ancora, formazione e addestramento per i lavoratori e rafforzamento dei controlli da parte del sistema di vigilanza – Inl, Asl, Inail, Inps – nelle aziende in termini di qualità, quantità e frequenza, e la realizzazione tra questi istituti di un coordinamento, di un confronto e di una collaborazione concreta e permanente che coinvolga anche le Parti Sociali.

Per il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini «la prevenzione e il contrasto agli infortuni sul lavoro passano anche dalla contrattazione». «In un Paese dove muoiono in media 3 persone al giorno sul posto di lavoro in una vera e propria scia di sangue inaccettabile – ha aggiunto – serve essere più incisivi anche nei rinnovi contrattuali inserendo regole che impegnino maggiormente ad investire sulla tematica per rendere i luoghi di lavoro più salubri e sicuri, anche attraverso un ulteriore formazione rivolta ai lavoratori oltre a quella già prevista obbligatoria».

Per il sindacalista è «anche fondamentale introdurre elementi di educazione alla sicurezza sul lavoro nel ciclo primario dell’istruzione, per creare una solida cultura della sicurezza già ben prima che le persone si affaccino al mercato del lavoro». Guarini ha poi espresso l’auspicio sul proseguimento del tavolo sulla sicurezza sul lavoro avviato il 12 gennaio scorso al Ministero del Lavoro, presieduto dal ministro Calderone e dai colleghi dei dicasteri dell’Istruzione, della PA e della Salute, partecipato dai principali interlocutori sociali e da Inail, Ispettorato Nazionale del Lavoro, associazioni datoriali e sindacali; la task force governativa lavorerà ad un Patto Sociale sulla sicurezza sul lavoro. «Occorre fare tesoro delle buone prassi già sperimentate durante il periodo pandemico» ha chiosato il sindacalista, sottolineando «la necessità di semplificare le procedure, con la revisione dell’impianto normativo e l’urgenza di potenziare l’attività ispettiva nei luoghi di lavoro».

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