Guarini: «Questo 8 marzo, dopo due anni di pandemia e con uno scenario di guerra in corso, coniuga l’urgenza del pieno raggiungimento dei diritti e della libertà delle donne con il tema della pace e della nonviolenza. Ci richiama prepotentemente alla necessità di un cambio di paradigma, a quella rivoluzione del concetto di cura e assistenza che passa dalle donne, propedeutico ad una cultura di pace e solidarietà»
Roma, 8 marzo 2022 – Nella Giornata Internazionale della Donna la Fisascat Cisl ribadisce la ferma condanna all’aggressione militare in Ucraina e chiede lo stop immediato delle ostilità in tutte le nazioni dove tuonano armi, dove proprio il genere femminile sostiene il peso del conflitto e dove le donne pagano un prezzo più alto, esposte al pericolo e alle sofferenza.
«Questo 8 marzo, dopo due anni di pandemia e con uno scenario di guerra in corso, coniuga l’urgenza del pieno raggiungimento dei diritti e della libertà delle donne con il tema della pace e della nonviolenza. Ci richiama prepotentemente alla necessità di un cambio di paradigma, a quella rivoluzione del concetto di cura e assistenza che passa dalle donne, propedeutico ad una cultura di pace e solidarietà». Così ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini in occasione della Giornata celebrativa della Donna.
A fargli eco la coordinatrice Donne e responsabile Politiche di Genere della categoria cislina, Elena Vanelli. «L’irrompere di un nuovo conflitto armato nel cuore dell’Europa – ha dichiarato la sindacalista – ha visto donne e uomini di tutto il mondo partecipi e promotori della mobilitazione che unisce tutta la società civile sotto la bandiera arcobaleno della pace.
Come Fisascat Cisl abbiamo una storia fatta di adesioni alla nostra federazione di tante donne originarie delle zone di guerra, compresa l’Ucraina. Per la Fisascat Cisl sarà la Giornata Internazionale della Donna nel segno della pace».
Guarini ha rilanciato poi sulle priorità delle politiche contrattuali settoriali nel commercio, turismo e servizi, settori che registrano una presenza femminile preponderante, con più di 8,150 milioni di donne occupate su una platea di circa 16milioni di addetti certificati dall’Istat, pari al 51,1% della forza lavoro nel settore dei servizi globalmente inteso e supera la media del 65% nei settori del terziario e della distribuzione commerciale, nei pubblici esercizi, nella ristorazione collettiva e commerciale e turismo, nel comparto delle imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi e nel terzo settore socio sanitario assistenziale educativo mentre raggiunge quota 90% nei settori del lavoro domestico e degli studi professionali.
«Le politiche di genere – ha evidenziato Guarini – dovranno sempre più trovare nei rinnovi dei contratti nazionali, applicati ai milioni di lavoratrici e lavoratori dei macro settori del terziario privato, un campo fertile per introdurre nuove garanzie e nuove tutele per le donne, anche rispetto al tema della genitorialità e del sostegno alla natalità». Ma non solo.
«Non a caso – ha sottolineato il sindacalista – molte delle proposte sindacali ai tavoli aperti per i rinnovi contrattuali si focalizzano proprio sui gap di genere che investono diversi ambiti della vita lavorativa e sugli istituti che possono consentire una effettiva conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, come anche sull’introduzione di nuove tutele per chi è vittima di violenze domestiche e per stabilire regole più efficaci per contrastare le molestie nei luoghi lavoro».
«La pandemia da Covid-19 – ha sottolineato il sindacalista – ha amplificato le disuguaglianze sociali e ha acuito fortemente il problema della disparità di genere, con le donne che per prime hanno subìto gli effetti della crisi economica, subendo un crollo occupazionale senza precedenti che per il 70% ha riguardato proprio l’universo femminile».
Infine «tra le sfide che attendono il Paese con l’utilizzo delle risorse europee del Pnrr – ha ribadito Guarini – c’è anche quella di incentivare una crescita economica duratura e sostenibile e un mercato del lavoro inclusivo e dinamico in un’ottica di genere».