Roma, 12 marzo 2020 – Tutelare il terzo settore, prevedendo l’utilizzo di risorse già appostate a bilancio con i contratti stipulati con la Pubblica amministrazione, la cui interruzione non può ricadere sulle cooperative sociali, sui loro soci lavoratori e dipendenti. Allo stesso tempo, disponibili a ritarare e ricalibrare i servizi per i contratti già in essere che hanno per oggetto attività sociosanitarie, sociali ed educative, ricalibrandole e modificandole in base alle attuali esigenze e modalità di erogazione sempre nella massima sicurezza di utenza e lavoratori.
A scriverlo sono Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs in una lettera indirizzata al premier Conte, ai Ministri del Lavoro e dell’Economia e delle Finanze, Catalfo e Gualtieri, e ai presidenti della conferenza delle Regioni, Anci e Upi.
In seguito all’emanazione dei decreti per contrastare l’emergenza Covid-19, scrivono, “accanto alla necessità di sostenere tutti i presidi sanitari, tema che il Governo sta affrontando seriamente e con continuità, vi è anche l’esigenza parallela, non meno rilevante, dei presidi sociosanitari, sociali ed educativi che il mondo della cooperazione sociale ha garantito e che ora rischia il tracollo. Si tratta di servizi che hanno una finalità di interesse generale che tutelano 6 milioni di famiglie. Il tracollo di tali servizi ha evidenti ricadute occupazionali, al momento stimate in 200mila lavoratori, certamente come in altri settori.
Ma si tratta intanto di numeri rilevanti, centinaia di migliaia di persone, strettamente connessi ai divieti e alle restrizioni prodotti dai decreti e diffusi in tutta Italia. https://www.fisascat.it/site/news/emergenza-coronavirus-cooperative-sindacati