Conad/Auchan, prosegue la fase sindacale sui licenziamenti del personale di sede ridotto a 798 unità . Vincenzo Dell’Orefice: «L’incentivo all’esodo volontario risponda al gradimento dei lavoratori, sia ben delineato anche il ricorso alle politiche attive»
E’ proseguita a Bologna la fase sindacale sulla procedura di licenziamento collettivo avviata da Margherita Distribuzione S.p.A. per l’intero organico – ridotto a 798 unità -delle strutture operative ed organizzative della sede centrale di Rozzano e delle sedi periferiche di Ancona, Roncadelle, Vicenza, Offagna, Roma e Catania.
La proposta aziendale illustrata ai sindacati prevede un percorso articolato a cominciare dalla sottoscrizione di un verbale di accordo per la definizione della procedura di licenziamento collettivo (con il criterio della risoluzione non oppositiva ed incentivata del rapporto di lavoro), fino alla definizione di un ulteriore verbale di intesa dedicato esclusivamente agli aspetti di natura economica ed alle modalità e condizioni di riconoscimento dell’incentivo all’esodo, oltre ad un terzo testo finalizzato ad individuare gli altri temi del negoziato, dal ricorso alla Cigs per sedi e rete commerciale fino alla ricollocazione ed alla riqualificazione dei lavoratori.
L’ammontare dell’incentivo all’esodo proposto da Margherita Distribuzione S.p.A. è pari a 12 mensilità lorde per chi manifesterà la volontà di fuoriuscire entro il 30 aprile 2020, comprensive dei ratei di 13^ e 14^ mensilità , importo che andrà a decrescere fino a 1.500 euro a seconda del periodo di fuoriuscita fino il 30 novembre 2020.
Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice che ha preso parte al negoziato «l’incontro ha rappresentato uno snodo significato sulla complessa vertenza, Margherita Distribuzione ha finalmente ha elaborato delle proposte concrete». Per il sindacalista «tuttavia si registra una sostanziale indisponibilità aziendale a dare vita ad una serie di misure volte non solo a facilitare ed agevolare l’esodo volontario, con incentivazioni che possano riscontrare effettivamente il gradimento dei lavoratori convolti ma si fa fatica a condurre gli interlocutori di parte aziendale anche ad addivenire ad una composita modalità di ricollocazione e di politiche attive da formalizzare nell’intesa».
«Già in occasione del prossimo incontro per la Fisascat Cisl – ha sottolineato Dell’Orefice – sarà necessario approfondire i temi connessi alle politiche attive ed alla dote sulla ricollocazione rispetto ai quali l’azienda sinora si è genericamente dichiarata disponibile a trattare». «Il tempo stringe – ha poi stigmatizzato il sindacalista – 10 mesi di ricorso ad un ammortizzatore conservativo sono un periodo di tempo limitato per dare corpo e nervo ad un sistema di ricollocazione fuori e dentro il perimetro rappresentato da Conad, pertanto non ci si può fare illusioni. E’ necessario che questa che è la parte qualificante ed importante di un accordo, ovverosia quella che guarda ad istituti contrattuali innovativi in termini di politiche attive, sia ben delineata e soprattutto sostenuta con risorse congrue».