Roma, 16 aprile 2020- «Non bisogna abbassare la guardia, la priorità è il lavoro in sicurezza e anche la fruibilità degli esercizi commerciali che deve comunque essere subordinata alla più rigida osservanza delle norme igienico sanitarie per contrastare la pandemia».
Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini commenta le prove generali di ripartenza nel settore del terziario con la riapertura dei battenti delle librerie, delle cartolerie e dei negozi di abbigliamento per bambini dal 14 aprile come previsto dall’ultimo Dpcm Conte.
«A poco più di un mese dalle chiusure decise dal Governo per fronteggiare l’emergenza restano da gestire in maniera molto attenta le attività di vendita per i quali si è disposta la ripresa con l’auspicio si cominci a riaffermare il ritorno alla normalità» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «nella distribuzione commerciale solo in piccola parte esistono delle attività specializzate nella vendita al dettaglio di abbigliamento per bambini» e che «l’offerta è prevalentemente trasversale con reparti dedicati».
«La gestione del punto vendita presenta quindi evidenti criticità. Prenatal, Coin, Oviesse piuttosto che Upim – ha evidenziato Guarini – dovranno sbarrare la strada a tutti gli altri reparti e tenere aperto solo il corner che riguarda l’assortimento per bambini, pertanto è verosimile che una vendita parcellizzata limitata solo ad una parte delle merceologie offerte comporta anche una parte aggiuntiva di lavoro per la riorganizzazione del punto vendita».
Per il sindacalista inoltre «con la riapertura dei negozi si ridurrà seppure parzialmente il ricorso agli ammortizzatori sociali ed effettivamente bisognerà capire come risponderà la clientela alla riapertura parziale dei negozi e se questo riavvio faticoso di attività potrà essere apprezzato anche con la riduzione del ricorso alla cassa integrazione in deroga».